(La seconda vita artistica di Lucio Battisti)
Il connubio artistico Battisti/Mogol ha segnato, in modo indelebile, la storia della musica italiana. Le canzoni del duo sono state la colonna sonora di generazioni e continuano ad emozionare, nonostante il trascorrere del tempo, come una monumentale eredità fatta di musiche e parole. Pochi però ricordano che Battisti, a un certo punto della sua carriera, ha deciso, con una sorta di inversione a “U” creativa, di battere una strada completamente diversa. Più tortuosa e coraggiosa, lontana dagli schemi ormai consolidati dei suoi successi. La collaborazione con il poeta e paroliere Pasquale Panella, considerando quella con la moglie nell’album E già una fase di transizione, ha segnato l’inizio di un percorso sperimentale dagli esiti decisamente notevoli, per non dire straordinari. Le musiche delle sue canzoni hanno abbandonato quelle acque azzurre e chiare, fatte di chitarre acustiche e suoni limpidi, per costruirsi su tessuti di batteria elettronica e basso incalzanti e ipnotici. Le splendide melodie partorite dal genio di Battisti persistono, ma diventano spunti, sommersi da parole e groove. Ogni nuova canzone di questa fase porta in sé il potenziale sviluppo di due o tre brani che lasciano in bocca il sapore dolce di un bacio rubato. La parte più interessante di questa trasformazione creativa, però, è costituita dai testi. Panella dà vita a dei versi eccezionali. Criptici, musicali, cerebrali, immaginifici. La sua è una sorta di mistica della parola. Da questa collaborazione sono nati i cinque dischi bianchi. Copertine minimaliste. Pochi tratti ermetici. L’Apparenza, Don Giovanni, La sposa occidentale, C.S.A.R., Hegel.
Così in Gli dei sarebbero troviamo: <<[…]Così come bambina, mancandole la esse, lei diceva nettuno, nettuno, così gli dei sarebbero un intimo difetto di pronuncia>>. Una riflessione teologica, mascherata da ricordo infantile. Oppure in Per altri motivi: <<Avrei una voglia, un taglietto d’affetto/Cosa sento? Ma niente/Un affetto non si prova/S’indossa direttamente/Ah! come siamo vivi come tutto accade/Per tutt’altri motivi>>. Affetti come abiti. Li proviamo, nel duplice significato del termine, senza sapere se ci calzeranno bene. Perché quello che ci accade non è legato quasi mai a ciò che scegliamo. Tutto (o quasi) avviene per altre ragioni che sfuggono alla ragione.
La parola si smonta davanti all’estetica: <<Sul viso la sintassi non ha imperio, non ha nessun comando>>, da Le voci del viso. La Bellezza ha un suo linguaggio, fatto di immediata (in)comprensione. Panella crea, nella fotografia in movimento di una metro che passa in galleria, un effetto onomatopeico intuitivo e grandioso: <<La metro piomba nella galleria/come un eccetera eccetera>>, in La metro eccetera.
Il poeta e paroliere riesce a creare delle immagini estremamente musicali e dirompenti come in Allontanando: <<Trasvola sopra l’ultima papilla/la farfalla/e la lingua la spilla>>. La collezione del gusto. Una visione quasi barocca in cui la sensazione viene fissata come una farfalla in una teca.
Questa seconda vita artistica di Battisti non ha avuto il successo dilagante della prima. Da molti fan è stata vissuta come una forma di tradimento. Ha però, nel contempo, generato una nicchia di ascoltatori attenti che considerano queste canzoni dei gioielli da custodire e riascoltare all’infinito. Sì, perché questi brani musicali non sono nati per un ascolto svogliato. Non possono essere apprezzati a pieno se non dopo molteplici riproduzioni. I testi a volte si schiudono in una rivelazione, ma spesso, rimangono chiusi, come ostriche, conservando la perla nelle proprie profondità. Però riescono, al di là del <<[…]senso che s’è letto tutti i libri>>, per citare Campati in aria, a solleticare qualcosa di più autentico e radicato dentro di noi. Sono piccole illuminazioni. Come quando parlando dell’amore in Però il rinoceronte ascoltiamo: <<Se non si cuoce a fuoco lento, rimane cruda dentro>>. Una lettura dell’innamoramento semplice e autentica. Che vale anche per queste canzoni. Da ascoltare senza la frenesia del tempo veloce e dell’amore facile.