Batman, l’uomo pipistrello. Il miliardario Bruce Wayne assiste all’omicidio dei suoi genitori. Rimasto orfano e cresciuto dal maggiordomo Alfred, si trasforma in un vigilante mascherato. Veglia sulla sua Gotham city, ombra tra le ombre, proteggendola dai criminali. Ideato da Bob Kane e Bill Finge, partendo dalle pagine dei fumetti questo personaggio è diventato protagonista di numerose serie, pellicole e videogiochi di successo. Per quanto riguarda la produzione cinematografica ricordiamo il lungo percorso che da Batman: The Movie del 1966 ha portato all’ultimo The Batman del 2022.
Il primo lungometraggio su Batman è un’appendice del relativo telefilm. Una serie colorata, psichedelica, con elementi talmente trash da risultare geniali. Protagonista il mitico Adam West. L’eroe con la pancetta e la calzamaglia. Affiancato da un cromaticamente disturbante Robin. Dimentichiamo ogni atmosfera cupa che possa essere suggerita dai film più recenti. Tutto è scanzonato e improbabile e nell’insieme addirittura comico. Di seguito alcuni elementi caratterizzanti e momenti topici di questa pellicola:
Cesar Romero, Joker. Il cerone nasconde solo parzialmente i baffi dell’attore che, a quanto pare, ha rifiutato di tagliarli per le riprese; lo squalo di gomma che assale il dinamico duo sull’elicottero (e la presenza salvifica del repellente anti-squalo tra gli oggetti in dotazione del mezzo); la presenza di etichette con nome su praticamente qualsiasi cosa presente nella bat-caverna, con l’immancabile prefisso “bat”; l’abbondante utilizzo delle onomatopee rese con una grafica da fumetto con finti pugni e calci che le risse di Bud Spencer e Terence Hill in confronto sono accurate e realistiche riproduzioni di lotta; i giochi di parole di Robin, decisamente irritanti e sconclusionati; il linguaggio altisonante e barocco, ricordiamo l’epiteto rivolto al Pinguino “pomposo masnadiero”.
Dopo questo fumettistico esordio in celluloide, sarà Tim Burton a dare una svolta cupa e oscura a questo personaggio con i suoi: Batman (1989) e Batman – Il ritorno (1992). Il primo film può vantare la presenza di Michael Keaton come uomo pipistrello e un immenso Jack Nicholson come Joker. Nicholson ha profondamente caratterizzato il pagliaccio assassino. Un’interpretazione magistrale e magnetica. Anche Keaton dona profondità al suo personaggio che appare come uno schizofrenico nella gestione della doppia identità, Bruce Wayne/Batman
Batman – Il ritorno aggiunge un villain grottesco, Il pinguino. Interpretato da uno strabordante Danny DeVito. Il trucco crea un antagonista mostruoso. Da fiaba nera. Figlio di una genesi dolorosa e drammatica. Il film conserva le atmosfere dark del primo capitolo. Ricordiamo la presenza di Michelle Pfeiffer, Catwoman. Splendida e sensuale. Tra gli attori Christopher Walken nel ruolo di Max Shreck.
Cominciano le dolenti note. Batman Forever (1995) di Joel Schumacher. Un cast che vanta grandi attori non è stato sufficiente a risollevare le sorti di un film scadente. Val Kilmer, Batman; Jim Carrey, L’Enigmista; Tommy Lee Jones, Due Facce; Chris O’Donnell, Robin; Nicole Kidman, Dottoressa Chase Meridian; Drew Barrymore, Sugar.
Il regista abbandona le atmosfere cupe di Burton per tentare una maggiore aderenza al fumetto originale. Il risultato, purtroppo, si limita a regalare a tutti personaggi e alle situazioni una bidimensionalità fine a se stessa.
Joel Schumacher dirige anche Batman & Robin (1997). Arriviamo a quello che, probabilmente, rappresenta la peggiore trasposizione cinematografica di Batman in assoluto. Il film degli anni Sessanta, per quanto sconclusionato, aveva il merito di essere divertente. Questo è solo orribile. A partire dal costume di Batman con i capezzoli (Dio solo lo sa perché si è optato per questa scelta antiestetica). Tutto è sopra le righe. Ormai la caratterizzazione dark del personaggio data da Burton è totalmente scomparsa. Come ogni tentativo di approfondimento psicologico. George Clooney nei panni dell’uomo pipistrello sembra costantemente a disagio. L’attore sembra maledire in ogni istante di aver accettato un ruolo totalmente fuori dalle sue corde. Lo stesso credo valga per Uma Thurman, Poison Ivy e Arnold Schwarzenegger, Mr. Freeze, per quanto la prima riesca a caratterizzare bene il suo personaggio, sensuale e malvagio.
Dopo il disastro di Batman & Robin, la speranza in una valida trasposizione del vigilante mascherato di Gotham viene affidata a Christopher Nolan. Il regista dà vita a La trilogia del cavaliere oscuro: Batman Begins (2005); Il cavaliere oscuro (2008); Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012). Sviluppare il personaggio in tre film ha permesso di donare un maggiore spessore alla sua psicologia. L’impronta di Nolan non è gotica, come quella di Burton, ma restituisce comunque al personaggio il suo carattere oscuro. Batman deve terrorizzare i criminali con la sua presenza scenica tenebrosa e minacciosa. Il cast dei tre film è di tutto rispetto, con nomi ragguardevoli: Christian Bale, Batman, Bruce Wayne; Cillian Murphy, Spaventapasseri, Michael Caine, Alfred Pennyworth, Katie Holmes, Rachel Dawes, Liam Neeson, Henri Ducard, Gary Oldman, James Gordon, Morgan Freeman, Lucius Fox.
Last, but not least, Heath Ledger, in una straordinaria interpretazione del Joker nel secondo capitolo della trilogia. Inutile paragonare questa performance con quella di Nicolson. Sono due modi diversi di leggere il villain più famoso dell’universo DC Comics. Entrambi indimenticabili. Ledger riesce a dar vita a un cattivo davvero inquietante. Non stupido e ottuso, ma con una propria filosofia distorta. Quando Joker entra in scena è magnetico, focalizza l’attenzione su di sé. Merito di questo film aver e soprattutto di Ledger è l’aver riportato il personaggio del folle pagliaccio per quello che è: uno psicopatico omicida.
Nel complesso la trilogia ha reso giustizia a Batman, riscattandolo dalla mediocrità dei due film precedenti. Dei tre capitoli, quello più valido resta il secondo, anche grazie all’interpretazione di Ledger. Il primo, Batman Begins, racconta la genesi del personaggio. Come Bruce Wayne è diventato l’Uomo pipistrello. Il percorso di caduta e, parziale, redenzione. Il regista riesce a non annoiare raccontando una storia ormai conosciuta. Il terzo è probabilmente il più debole dei tre film. Nonostante Bane sia un villain accattivante, subisce il peso del confronto con Joker di Ledger, uscendone sconfitto. La narrazione poi presenta alcune debolezze e incongruenze nello sviluppo della trama che fanno storcere il naso.
Nei film del DC Extended Universe: Batman vs Superman: Dawn of Justice (2016) e Justice League (2017) di Zack Snyder; Suicide Squad (2016) di David Ayer, Batman non è protagonista assoluto, ma affianca altri supereroi o addirittura fa poco più di una comparsata. Il ruolo è stato interpretato da Ben Affleck. L’attore dà vita a una versione meno istintuale di Batman. Questo vigilante è un uomo ormai maturo. Più posato. Una buona versione del pipistrello e di Bruce Wayne. Peccato però che Batman sia inserito in un universo che, nonostante riesca a proporre un intrattenimento di buon livello, risulta semplificato e stereotipato. Tutto è lontano anni luce dalla dimensione tridimensionale dei personaggi dei film di Nolan.
The Batman (2022) di Matt Reeves con Robert Pattinson, Batman; Zoë Kravitz, Catwoman, Paul Dano, Enigmista, Colin Farrell, Pinguino. Ultimo film sull’eroe oscuro di Gotham. Ripercorre i primi anni della carriera di Batman. Il costume è meno sofisticato. Quasi rudimentale. La bat-mobile più simile a una macchina modificata che ai mezzi futuristici a cui ci avevano abituato i film precedenti. Viene recuperato un elemento caratterizzante del personaggio, solo accennata fino a ora nella filmografia sull’Uomo pipistrello: la dimensione investigativa. Batman non è un bruto che si dedica esclusivamente al pestaggio dei criminali. È anche, e soprattutto, un uomo di pensiero dalle potenti doti deduttive e intuitive. Pattinson dà vita a un Batman convincente. Anche Catwoman, nella sua mise semplice e realistica (si evita la maschera da gatto a favore di un rozzo passamontagna) si inserisce in un contesto che trasmette, nei limiti di quanto possa fare una storia di supereroi, un realismo piacevole. Una menzione all’ottimo Colin Farrell, irriconoscibile sotto un trucco perfetto che nei suoi spazi limitati regala una splendida performance.
Batman continua, nel tempo, ad incarnare l’eroe umano. Senza superpoteri. Animato da coraggio e determinazione. Un uomo che non ha timore di mostrare le ombre del proprio cuore e di servirsene in nome della giustizia.